Nel corso dell’istruttoria è emerso, in particolare, un allarmante fenomeno di utilizzo di numerazioni fittizie o comunque non censite nel Registro degli Operatori di Comunicazione (Roc) per realizzare i contatti promozionali. Un fenomeno, avvertito dalla stessa Vodafone, che sembra ricondursi in massima parte ad un “sottobosco” di call center abusivi, che effettuano attività di telemarketing in totale spregio delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali.

L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ne approfitta per confermare che la veste giuridica del Titolare del trattamento si assume non in base ad individuazioni formali, ma alla situazione di fatto che si realizza nell’ambito del trattamento: non hanno rilevanza le previsioni contrattuali che stabiliscono diversamente (nel caso di specie, l’accordo quadro che prevede che i trattamenti di dati effettuati dalle agenzie utilizzando proprie liste di anagrafiche sono svolti in qualità di Titolari autonomi).